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Publius Ovidius Naso (Sulmona, 20 marzo 43 a.C.-Tomi 18 d. C) fu un famoso poeta romana e eleggiaco, proveniente da una famiglia di cavalieri.
Frecquenta le lezioni di grammatica e retorica dei maestri della capitale, Marco Arelio Fusco e Marco Porcio Letrone. Si reco in Atene, visitando le citta del 'Asia Minore; fu anche in Egito e per un anno soggiorno in Sicilia.
Nell' 8 d. C. caduto in disgrazia presso Augusto, Ovidio relegato nella lontana Tomi (oggi Constanza, Romania) sul mar Nero.
Il poeta atribuisce l'esilio ad un "carmen et error", matale vaga espressione ha favorito il proliferare di interpretazioni, alcuni probabili altri piu fantasiose, riguardo al possibile "error": "Perdiderint cum me duo crimina, carmen et error alterius facti culpa silenda mihi" ( Tristia) / "Due crimini mi hanno perduto, un carme e un errore, di questo devo tacere quale 'e stata la colpa".
I ricercatori ritengono che Ovidio sarrebe asistito alle scandalose storie d'amore di Giulia, la nipote di Augusto. Ovidio spiega in "Ars amatoria (pubblicata anni fa) di aver visto qualqosa che non sarrrebe stato permesso di vedere. Ovidio ha cercato di ottenere ataverso le sue opere la grazia di Augusto, ma anche dopo la morte di Augusto ne Tiberio non lo chiamo a Roma.
" Non sempre le mie speranze si realizzano, ma io spero sempre!" ( Publius Ovidius Nasso)
" Cum subit illius tristissima noctis imago,/ Quae mihi supremum tempus in Urbe fruit;/ Cum repecto noctem, qua tot mihi cara reliqui;/ Labitur ex oculis nunc quoque gutta meis./ Ianeque nocturnos alta regebat equos,/ Hanc ego suspiciens, etab hac Capitolia cernes./ Quae nostro frustra iuncta fuere Lari." (Publius Ovidius Nasso)
"Laudamus veteres, sed nostri utemur annis". (Publius Ovidius Naso) / "Lodiamo i tempi antichi, ma sappiamoci muovere i nostri." (Ovidio)
"Credula res amore est."( Ovidius, Metamorphoses VII.826)
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